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Lo smog può avere un ruolo nello sviluppo del diabete

Diabetologia Redazione DottNet | 26/08/2020 13:39

Studio condotto sui topi nota però un effetto "reversibile"

Lo smog può avere un ruolo nello sviluppo di malattie cardiometaboliche come il diabete, ma i suoi effetti sono reversibili. Infatti, basta allontanarsi dall'inquinamento per notare come le conseguenze sull'organismo arrivino a ridursi. A dirlo è uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Investigation coordinato dalla Case Western Reserve University. Gli studiosi hanno concentrato l'attenzione sulle polveri sottili Pm 2,5, particelle che si sviluppano proprio a causa dell'impronta antropica, con gli scarichi delle automobili, la produzione di energia e altri combustibili fossili. Queste particelle sono state collegate a un aumento del rischio di infarti e ictus. Il gruppo di ricerca ha dimostrato che l'esposizione all'inquinamento atmosferico può aumentare la probabilità di avere la resistenza all'insulina e il diabete di tipo 2.

Nello studio condotto sui topi, sono stati analizzati tre gruppi: uno, di controllo, che respirava aria filtrata pulita, uno esposto ad aria inquinata per 24 settimane e un gruppo alimentato con una dieta ricca di grassi.

Per gli studiosi, essere esposti all'inquinamento atmosferico è risultato paragonabile a una dieta con molti grassi. Sia le cavie che vivevano con l'aria inquinata sia quelle che seguivano una dieta molto grassa, infatti, hanno mostrato una resistenza all'insulina e un metabolismo anormale, proprio come si vedrebbe in uno stato pre-diabetico. Questi cambiamenti sono stati associati a cambiamenti nell'epigenoma, l'insieme dei meccanismi che possono accendere e spegnere migliaia di geni dell'organismo. "La buona notizia è che questi effetti sono reversibili, almeno secondo i nostri esperimenti - ha spiegato Sanjay Rajagopalan, ricercatore che ha condotto lo studio - Una volta che l'inquinamento atmosferico è stato tolto dall'ambiente, i topi sembravano più sani e lo stato pre-diabetico sembrava invertirsi". 

fonte: Journal of Clinical Investigation

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